- Quante volte si parla su “i giovani” come una categoria sociale. Da un punto di vista sociologico è inevitabile racchiudere in categorie, e per studiare il fenomeno è necessario operare con delle generalizzazioni. E da qui, quante volte si discute su quelle che sono le risorse e le fragilità dei giovani, le tendenze, le fughe, le dipendenze…Ma a rifletterci bene, io personalmente (e ciascuno di noi) incontra “quei giovani” concreti per strada, a scuola, in parrocchia in famiglia, in palestra, nei luoghi concreti della vita. “Quei giovani” che riusciamo ad intercettare, “quei giovani” di carne ed ossa che ci fanno gioire e soffrire. Anche noi parroci spesso ci misuriamo e ci confrontiamo con le delusioni ricevute da “quei giovani” con i quali abbiamo avuto a che fare, con quei loro allontanamenti dopo i tentativi fatti di accompagnarli, di incoraggiarli, di nutrirli di esperienze significative, dosando coccole e rimproveri. A volte anche noi pastori ci soffermiamo su quelle concrete sconfitte che abbiamo avuto con i nostri giovani, con quei ragazzi che a volte – chissà perché – sembrano quasi evitarci, quasi dimenticare il tanto ricevuto. Le concrete esperienze di ingratitudine ci feriscono e rischiano di lasciarci nella tristezza. Tutto però diventa per noi una grande purificazione e un grande richiamo al Vangelo: amare a fondo perduto, amare senza aspettarsi nulla in cambio, amare donando sempre, sempre daccapo. Queste righe però vorrebbero farsi eco dei tanti altri giovani che circolano nelle nostre parrocchie e che riscattano un idea falsata su loro. Esistono ancora dei giovani che noi incontriamo e che ci ridanno respiro. Esistono quegli incontri che ci fanno apprezzare la freschezza di questa stagione della vita e che in poche battute evidenzio con il tema del CORAGGIO DEI GIOVANI.
Testimonio, come potrebbero fare anche tanti miei confratelli sacerdoti, di aver ricevuto tante e tante belle testimonianze di giovani coraggiosi. Tante attività di dono generoso dei giovani, nel linguaggio del servizio, hanno riempito e riempiono di gioia la vita della parrocchia. Quanti giovani dedicano tempo e risorse agli altri e si prendo la responsabilità di accendere la gioia di una crescita con Gesù nel cuore!
Tratto però in modo particolare, in queste righe, un esempio su cui si riflette ancora troppo poco. Negli anni del mio sacerdozio mi piace ricordare quelle tante giovani donne che si sono annodate per sempre a quella vita che stava nascendo nel loro grembo. Le vedo ancora: entrano nel mio ufficio quasi facendosi spazio con quel batuffolo di vita che tengono aggrappate a sé, le vedo con degli occhi provati ma pieni di luce, le ascolto con pudore fino al momento in cui mi dicono: “mi sono resa conto di essere incinta e in quel momento non me la sono sentita di abortire”. Non sono forse anche loro giovani? Altre volte le ho accolte in quella lotta interiore nella quale la paura del futuro le lasciava in bilico e poi, con la preghiera e la vicinanza dei loro cari, hanno trovato la forza di custodire quel germoglio indifeso. Mi sembra doveroso dedicare queste pagine alle tante ragazze che in una fase così drammatica della loro esistenza, hanno trovato la forza e la determinazione di ridefinire le loro priorità. Molti di voi leggendo penseranno ai tantissimi che per paura si arrendono…lo sappiamo; ma noi sacerdoti conosciamo già – seppure in modo indiretto – le ferite di queste donne. Perché mai, però, non dovremmo sottolineare anche il coraggio dei tanti giovani che stringono a sé la vita e vanno incontro al futuro. Ai tanti che ridefiniscono la loro vita. Hanno diritto ad un elogio speciale perché ci mostrano una umanità che forse tanti adulti hanno perso. Ci mostrano un affidamento ad un Dio, che forse conoscono ancora poco, ma che ha certamente – anche secondo loro – il sapore della vita. Queste giovani, spesso accompagnate dai loro compagni, ci ricordano che anche se c’è stata fretta o qualche errore, non si può far finta che non sia accaduto nulla. Ci annunciano che alcuni appuntamenti diventano una opportunità per diventare adulti. Ho conosciuto questi giovani che ce l’hanno fatta a dire sì alla vita. Conosco questi giovani che affrontano la salita, molte ragazze eroiche che imparano a rinunciare per una gioia più grande. Anche questi giovani concreti circolano nelle nostre parrocchie. A questi io, e tanti amici sacerdoti, non ci siamo vergognati di dire: “ti stimo perché non ti sei lasciato vincere dalla paura”. Io e tanti altri abbiamo ricevuto una lezione di vita. Io e tanti altri abbiamo imparato quale potenza ha la vicinanza e la corresponsabilità. Io e tanti altri abbiamo visto un volto diverso dei giovani. Non si tratta di enfatizzare una situazione che spesso può cogliere all’improvviso, o di giustificare le precoci esperienze sessuali, ma piuttosto di sottolineare la forza di coloro che riprendono a credere in un futuro possibile. Spesso dietro questi giovani ci sono genitori che diventano presto nonni, eroi anche loro, persone comuni che ci fanno vedere quel Vangelo che scombussola la vita quando ci intercetta; quel Vangelo che non smette di sorprenderci allo stesso modo con le Sue Grazie. Ci sono anche questi concreti giovani che hanno da imparare senz’altro da noi adulti ma che ci mostrano un volto diverso, un cuore aperto, un animo grato, uno stupore che rischia di perdersi. Quando noi adulti ci lasciamo catturare dalle qualità dei giovani e sappiamo affiancarli in vista di una maturazione si ritrova armonia nella società, anche oggi. A tutti quei giovani che sanno imparare anche dagli errori della vita un appuntamento con Dio, un richiamo a diventare adulti e a custodire la vita come dono prezioso vada un abbraccio affettuoso ovunque si trovino. Ricordiamoci che ci sono anche queste giovani e questi giovani che con coraggio sanno annunciarci la gioia della vita. Grazie. Vi vogliamo bene.Don Domenico
I tanti giovani coraggiosi
2017-09-11