Mercoledì 23 maggio la Parrocchia di Santa Maria Maggiore ha organizzato una gita a Gaeta e Montecassino guidata dal parroco don Domenico. La maggior parte dei partecipanti erano adulti ed anziani che si sono voluti regalare una giornata insieme di condivisione e amicizia. Del resto, dopo aver lavorato una vita, aver aiutato i nipoti a crescere, aver soddisfatto le esigenze di una famiglia anche loro hanno il desiderio di ritrovarsi con altri e riscoprire così insieme la preziosità dell’età che si sta vivendo, condividendo magari una esperienza di svago fuori casa.
La giornata, sebbene nuvolosa, è stata caratterizzata dalla luce che i loro volti sprigionavano. Essi erano infatti pronti già dalle prime ore del mattino, felici di passare una giornata in compagnia degli altri tra una preghiera, un canto, una barzelletta e una risata.
In mattinata abbiamo visitato Gaeta ed in particolare il complesso dell’Annunziata che custodisce uno dei capolavori del barocco italiano: la cappella dell’Immacolata Concezione, o anche detta “Cappella d’Oro” a motivo della sua ricca decorazione interna lignea con rifiniture in oro zecchino, e gli affreschi con le scene della vita di Gesù e Maria.
In quel luogo amava pregare papa Pio IX durante gli anni di esilio nel periodo dell’unità d’Italia ed è proprio lì dinanzi alla effige dell’Assunta che il Pontefice ha avuto l’ispirazione per la stesura del Dogma dell’Immacolata Concezione. Don Domenico ha spiegato come proprio il mistero dell’Assunzione custodisce in sè il secondo grande mistero di Maria, quello della sua concezione senza peccato. Dio l’aveva preparata da sempre per quel grande mistero di gloria e, allo stesso modo, prepara anche noi al grande mistero della salvezza e della gloria eterna.
Successivamente ci siamo spostati nella Basilica Cattedrale di Gaeta dove abbiamo visitato la cripta che custodisce le spoglie dei patroni San Erasmo e San Marciano. Infine la visita alla Grotta del Turco e al Santuario della Santissima Trinità dove abbiamo celebrato l’eucarestia dicendo il nostro grazie al Signore per il dono che ci ha fatto di ritrovarci insieme.
Il Santuario della Santissima Trinità, detto anche della Montagna Spaccata, sorge su una fenditura nella roccia che giunge fin nella grotta detta del Turco creatasi, secondo la leggenda, al tempo della morte di Cristo, quando si squarciò il velo del tempio di Gerusalemme. Successivamente, nel 1434 probabilmente a causa di un terremoto, dall’alto dei due costoni di roccia si staccò un macigno che andò ad incastrarsi in basso tra le pareti della fenditura, al di sopra dell’ingresso sul mare della grotta creando così un ponte naturale su cui costruirono la cappella del Crocifisso. Questa è raggiungibile tramite una scalinata che porta nella montagna e che tutti insieme abbiamo percorso; lungo il tragitto, che percorre la stretta spaccatura di roccia, è possibile notare sulla parete di destra una figura simile ad una mano. Si tratta della mano del Turco che, secondo la leggenda, si sarebbe formata nel momento in cui un marinaio turco che non credeva alla storia sulla spaccatura nella roccia, si era appoggiato alla roccia che miracolosamente divenne morbida sotto la sua pressione formandone l’impronta. Il luogo è stato visitato da tanti santi come San Bernardino da Siena, San Ignazio di Loyola e San Filippo Neri di cui è custodito anche il “letto” cioè la roccia in cui quest’ultimo amava riposare e pregare.
Dopo il buon pranzo abbiamo proseguito alla volta di Montecassino. Lì ci aspettava don Luigi di Bussolo, monaco benedettino originario della nostra comunità parrocchiale di Santa Maria Maggiore, che ci ha fatto fare una interessante visita guidata storico-culturale del monastero e della basilica cattedrale di Montecassino. Il monastero è stato fondato nel 529 dallo stesso San Benedetto da Norcia sul luogo di un’antica torre e di un tempio dedicato ad Apollo e nel corso nella storia ha subito ben quattro distruzioni e ricostruzioni fino all’ultima nel dopo guerra. Esso custodisce inoltre i più grandi tesori della letteratura e della miniatura medioevale. Terminata la visita a Montecassino siamo rientrati in serata a Vasto. Nonostante la stanchezza, la gioia era ben visibile sul volto di tutti e gli anziani si sono lasciati con la promessa di organizzare presto una nuova gita.
Matteo Gattafoni