Giovedì 12 luglio la comunità di Santa Maria Maggiore ha vissuto una celebrazione particolarmente commovente nel salutare fr. Dionigi, divenuto Vicario della congregazione di San Gabriele, destinato alla casa generalizia a Roma. La S. Messa ha visto la partecipazione delle diverse rappresentanze della Parrocchia insieme agli amici del Centro Sportivo fondato dai religiosi. Durante l’omelia il parroco ha voluto invitare a riflettere sul senso della vita consacrata come risposta a Colui che scegli alcuni per essere, per tutti, briciole del Regno futuro, del futuro che ci attende. Attingendo dalla Liturgia della Parola, con le parole del profeta Osea, don Domenico ha sottolineato quanto sia ostinato Dio: Egli continua a chiamare quell’uomo che spesso gli sfugge: “ma più lo chiamavo, più si allontanavano da me”; il consacrato non è altro che un battezzato che smette di fuggire da Dio per vivere un atto di fede nella sequela di Cristo. Dentro una vocazione, c’è l’atto di fede nel voler guardare non tanto la propria fragilità quanto la potenza di Dio, non tanto i propri errori ma la bontà del Signore che crede nelle potenzialità dell’uomo docile alla Grazia. In questa logica, fratel Dionigi è stato capace di ascoltare quel battito del cuore di Dio: “il mio cuore si commuove dentro di me” (Os 11), per rinnovare ogni giorno la sua fedeltà nei servizi per la Congregazione, per la Diocesi e per la Parrocchia.
Il mondo ha bisogno di uomini e donne che vivano la radicalità del Vangelo prendendo sul serio il proprio battesimo con i voti di povertà, castità ed obbedienza; le persone hanno bisogno di essere intercettate da fratelli che sappiano raccontare, nella propria carne, che tutto è un dono e mai un possesso, che tutto dovrà essere restituito a Dio in rendimento di grazie. Il parroco ha poi evocato il racconto della donna che rovescia generosamente l’olio di nardo sui piedi di Gesù; il Vangelo di Marco riporta la critica “perché tutto questo spreco di olio profumato?” (Mc 14,5) a cui segue la risposta del Maestro che apprezza invece il dono generoso di amore: la scena è immagine della consegna della vita a Colui che ci ama totalmente e si lascia amare, cioè Dio. Anche una vita donata al Signore, una vita in cui Lui viene prima di tutto, può sembrare “sprecata” agli occhi del mondo ma – alla luce del Vangelo – esprime l’atto di fede più bello verso Colui che viene prima di tutto.
“Dio solo” si ripeteva San Luigi da Montfort fondatore dei gabrielini, e… Dio solo e prima di tutto, viene di nuovo ripetuto nel cuore di Fr. Dionigi. Durante la celebrazione sono state lette diverse intenzioni di preghiera per il neo Vicario che, prima della benedizione, ha voluto ripercorrere i suoi quattro principali sì in un veloce racconto vocazionale: il primo quando da bambino decise di entrare nel seminario dei montfortani, il secondo quando espresse la sua decisione di consacrarsi nella famiglia religiosa, il terzo quando gli fu chiesto di lasciare Vasto per dedicarsi ad una missione in Polonia, e l’ultimo quando – qualche mese fa – ha compreso di non potersi tirare indietro di fronte alla elezione a Vicario. Tanta la commozione, tanta la gratitudine, tanta la memoria di Grazia negli sguardi e negli abbracci di saluto. Qui di seguito riportiamo una preghiera di San Luigi citata durante l’omelia: Signore, da’ figli e servi a tua Madre: liberi secondo la tua libertà, distaccati da tutto; schiavi del tuo amore e del tuo volere, uomini secondo il tuo cuore; veri figli di Maria tua santa Madre, generati e concepiti dalla sua carità.