Prima domenica di Avvento all’insegna della mangiatoia che con la sua forma ospitale ci ricorda che dobbiamo imparare a desiderare e attendere Colui che davvero può nutrire la nostra vita, facendosi nostro cibo. Il Parroco, incoraggiando tutti a preparare il futuro con l’attesa di Colui che ridona speranza ai cuori, ha ricordato che “non c’è futuro e non ci puo’ essere nessuna novità senza attesa e senza desiderio: se non si impara a confidare in Gesù che garantisce per noi e ci viene sempre a visitare, rimaniamo schiavi della paura del futuro”. A significare tutto questo la Corona d’Avvento collocata al centro della balaustra: con la sua forma circolare ricorda il divino (senza inizio e senza fine come un cerchio) che però entra nella storia, nel tempo, lasciando dei segnali luminosi (le candele) a scandire il cammino della Grazia. Da qui il significato dell’installazione artistica che ospita la mangiatoia e che sarà arricchita dai prossimi segni, domenica dopo domenica: le stelle, che fanno da sfondo, annunciano quei riferimenti del cielo che esigono però uno sguardo verso l’alto per riappropriarsi di un orientamento. Gesù raggiunge ogni uomo nel suo quotidiano ma solo chi sa desiderare, chi sa educare il cuore ad un’attesa vigilante, scopre la chiamata ad una vita nuova con il Signore della storia che non viene per rubare qualcosa ma per donare se stesso. L’omelia si è conclusa con la seguente preghiera:
Signore,
i cambiamenti
ci fanno paura.
Percorrere sempre
la stessa via
è più facile e sicuro.
Ma tu ci insegni che
viene sempre un momento
in cui tutto cambia.
Aiutaci a essere
aperti alle novità,
disposti a metterci
in discussione
e pronti ad accoglierti
nella nostra vita.
Amen.