VINCERE LA PAURA CON IL SOGNO

VINCERE LA PAURA CON IL SOGNO

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Nella quarta domenica di Avvento, una corona illuminata ha avviato la preghiera del Popolo di Dio a Santa Maria, una corona che ha ricordato come l’Eterno visiti il tempo con quelle LUCI che possono incoraggiare gli uomini a SUPERARE LE PAURE. Anche Giuseppe ha avuto paura di prendere con sé Maria, di coinvolgersi in una storia troppo complicata e, sebbene confuso, ha saputo insegnarci ad accogliere il Dio che viene. Come viene? Sconvolgendo i nostri progetti come accaduto a quel “promesso sposo”, uomo giusto e futuro padre putativo di Gesù. Giuseppe insegna, infatti, agli uomini di oggi, schiavi del “tutto e subito”, che nei momenti difficili non si può cedere alla fretta, alla fuga o alla violenza: occorre insomma fermarsi, riflettere e pregare. Giuseppe non si ferma alla osservanza sterile di una Legge e non cede all’ira che prevedeva la lapidazione delle donne considerate adultere (una promessa sposa “apparteneva già al suo fidanzato” nella cultura antica!). Egli non vuole condannare pubblicamente Maria e non si ferma ad una mentalità del possesso: Giuseppe sa che la vita appartiene a Dio ed è un mistero a noi stessi. Per questo, proprio perché riflette e porta nel cuore la sofferenza senza cedere al male, viene visitato dal SOGNO e un Angelo gli rivela l’azione dello Spirito Santo su quel grembo benedetto, un Messaggero incoraggia lo sposo a “NON TEMERE” di prendere con sé quella giovane donna. In questo modo, pregando, aspettando, soffrendo e rimanendo nella storia senza fuggire, Giuseppe ci insegna a vincere le nostre paure fidandoci del SOGNO DI DIO. Egli farà la sua parte senza troppe chiacchiere, rimanendo al suo posto fino in fondo visto che a lui spetterà dare il nome a Gesù facendolo crescere come uomo: dare un nome al Sogno di Dio! Sappiamo, anche noi, riconoscere il Sogno su di noi sulla nostra storia? Don Domenico ha presentato l’ultimo segno dell’installazione artistica, ossia un piccolo lenzuolo, ricordando alla Comunità che occorre fare la propria parte imparando da Giuseppe a prendersi cura degli altri, lasciandosi “avvolgere e rivestire” dal sogno di Dio come fa un lenzuolo. Il lenzuolo infatti vorrebbe significare la cura che quel papà speciale ha avuto preparando la mangiatoia – e non solo – al Bambino di Betlemme. La paura scompare quando si accoglie il Sogno di Dio su di noi, un sogno di cui dobbiamo fidarci. Tutti. Sempre.
Al termine della S. Messa il parroco ha benedetto anche i Bambinelli dei presepi che i ragazzi hanno portato dalle loro case.

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