Nella IV Domenica di Quaresima i bambini hanno portato come simbolo del messaggio una torcia, che voleva significare la luce necessaria per camminare nelle tenebre, quella luce che è rimando a Cristo LUCE DEL MONDO, così come si è rivelato nel Vangelo del cieco nato (Gv 9).

Gesù di fronte alla domanda dei Discepoli: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?», risponde scardinando la logica che associa la malattia ad un peccato: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio…» e così chiede l’atto di fede a quel mendicante che, senza vedere e con gli occhi sporchi del fango, si mette in viaggio verso la piscina di Siloe. Egli si scoprirà, così, guarito e riuscirà a dare la sua testimonianza di fede di fronte alle folle, ai farisei e infine, in un crescendo di coraggio, davanti a Gesù “Credo, Signore! e si prostrò dinanzi a lui”.

Don Domenico ha incoraggiato l’assemblea a dare fiducia a Colui che non si fa riconoscere con gli occhi della carne ma con uno sguardo rinnovato e guidato dalla Luce del Vangelo: “Come potremo riconoscere Gesù? Come accorgerci dei suo miracoli? Non certo con gli occhi della carne visto che gli scribi e i farisei, pur vedendo un miracolo, NON HANNO CREDUTO ma lasciandoci guidare dalla luce della Grazia, la luce della FEDE”. Egli ancora oggi si fa vedere a colui che crede nel Vangelo, perché ancora oggi Gesù ripete: “Sono io che parlo con te.”

Al termine della celebrazione è stata letta la seguente preghiera:

Signore, anche noi talvolta ci sentiamo come quel cieco incapaci di vedere le cose importanti. Spesso ci affanniamo e corriamo inutilmente, senza mai domandarci: dove sto andando? Cosa cerco? Aiutaci a scorgere nella nostra confusione Interiore il desiderio di Te, il bisogno di ascoltarti e di seguirti. Fà che non temiamo il giudizio altrui, ma siamo pronti a testimoniare la nostra fede in Te.