Eucaristia, Sacerdozio e Servizio sono le tre parole che abbiamo declinato a S. Maria Maggiore inaugurando il Triduo Pasquale con la Messa in “Coena Domini”. Don Domenico ha ricordato ai fedeli come sia fondamentale nutrire la propria anima di quell’incontro con Gesù, essenziale alla vita. Egli si fa nostro cibo, ancora oggi, in una società che però troppo spesso sembra non aver fame di Lui…o forse non ammette di averne. Quando soffochiamo quel desiderio di infinito con le cose materiali non possiamo che rimanere insoddisfatti. La vocazione del prete che sembra inutile – perchè non produce un “utile” immediato – per chi crede diventa però essenziale per la propria santificazione. Solo imparando dal Vangelo, poi, si scoprirà che fare la Comunione significa imparare da Gesù lo stile dell’abbassamento: regnare è servire. Quest’anno il parroco ha voluto caratterizzare la lavanda dei piedi al femminile, sottolineando l’importanza del rispetto delle donne nel cammino dell’amore in cui l’altro non è mai un oggetto ma un dono da accogliere. Per questo sei mamme e sei ragazze hanno rappresentato quel servizio necessario ad unaffettività liberante e mai imprigionante. Anche l’adorazione serale ha avuto come titolo “La donna, fonte della vita” ed ha visto come promotori e curatori i Giovani e Giovanissimi di Azione Cattolica impegnati nell’animare la preghiera. E’ stato davvero molto bello vedere una Chiesa riempirsi di fedeli, nella speranza che questi momenti motivino un cammino di nuova vita per giovani e adulti.
UNA CENA CHE DEVE “SERVIRCI”
2024-03-29