La corona dell’Avvento è tutta illuminata in questa quarta tappa che pone al centro dell’attenzione la visita di Maria ad Elisabetta. Don Domenico ha accolto, all’inizio dell’omelia, il tondo che riproduceva un pittore collocato poi sul quarto albero del percorso: sperare è colorare il mondo. “Ma come si può colorare se non si hanno i colori nel cuore? Tutto inizia da dentro – ha ricordato il parroco – se nutriamo la speranza interiore, anche il nostro sguardo sul mondo sarà portatore di luce e di colori”. La Vergine Maria ci ricorda come coltivare la speranza vivendo la “fretta buona”, quella di chi non rimanda il “bene da fare” ad un futuro indefinito: il bene va fatto con prontezza! Allo stesso modo, ella ci mostra come la vita e la speranza si trasmettano attraverso piccoli gesti come il saluto; il suo saluto rende visibile una bellezza nascosta e genera parole di benedizione in Elibetta. È cosi che si diventa “Discepoli di Speranza”, ossia portatori di quell’invisibile presenza di Gesù che fa nuove tutte le cose: se conosciamo Lui, se sappiamo attendere Lui, se sappiamo seguire Lui allora il nostro stesso saluto, il nostro stesso esserci restituirà speranza perché susciterà benedizione. Io sono un uomo, una donna che sa vedere il bene, valorizzare il bene e dire bene? Al termine dell’omelia è stata letta la preghiera che riportiamo qui di seguito:
“Signore Gesù, tu ci inviti a fare della nostra vita una tela a colori ma a volte è molto più facile pasticciare e lamentarsi perché manca la pazienza nelle nostre relazioni.
Gesù insegnaci a dipingere, con bonta’ e perseveranza, sul foglio della nostra vita, le immagini giuste, perché come bravi artisti, riusciamo ad armonizzare i nostri cuori con quelli dei fratelli.
Aiutaci a capire i nostri amici, a saperli ascoltare e a creare con loro un’intesa di buoni sentimenti. Amen.”
La S. Messa si è conclusa con la benedizione dei Bambinelli dei presepi e l’augurio di preparare il più possibile il cuore alla visita di Dio.