La seconda domenica di Avvento è stata caratterizzata dall’incontro con il pastore con la lanterna, icona dell’uomo che non si accontenta di un annuncio ma che decide di mettersi in viaggio per conoscere di persona “Colui che viene”. Il pastore sa bene che è indispensabile una lanterna, una luce che accompagni il passo della notte; occorre in definitiva preparare il cuore, desiderare l’incontro, impegnarsi a far fruttificare la Grazia affinché la vita accenda vita. Il Parroco ha sottolineato come “nel deserto della nostra storia, delle nostre vite – raggiunte da troppe notizie angoscianti – sia necessario lasciarsi dissetare dall’acqua viva di Cristo che fa fiorire il deserto, come ricorda Giovanni Battista precursore del Messia”. Nel tempo presente si rende urgente l’ascolto di quella “fame e sete di amore” che troppo spesso si rifugia nel “consumo di cose” che però mai potrà dare pace all’uomo: fino a quando non si farà esperienza dell’INCONTRO CHE RESTITUISCE SENSO A TUTTO, si vagherà a vuoto nel buio.
Il bambino che impersonava il pastore con la lanterna ha ricordato ai presenti:
“Nel presepe c’è spazio per tutti quelli che cercano luce nei grovigli dei giorni pesanti e nei periodo cupi. Non immagini quanto mi piacerebbe fossimo uomini e donne in ricerca, che non si accontentano di vivacchiare!
Io sono l’uomo con la lanterna e tu chi sei?”