VASTO – Come tutto il popolo cristiano anche la comunità parrocchiale di Santa Maggiore in Vasto si è avviata , con il mercoledì delle ceneri, nel cammino penitenziale di quaresima. Inizio del tempo quaresimale con i parrocchiani che hanno ricevuto il dono della presenza del suo Presule durante la celebrazione eucaristica e dell’imposizione delle ceneri. Ha infatti presieduto questa sera la santa messa mons. Bruno Forte, arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto, con una cerimonia che ha visto la chiesa gremita con la partecipazione della Confraternita della Sacra Spina e del Gonfalone. Hanno concelebrato il parroco don Domenico Spagnoli, il parroco emerito don Decio D’Angelo, il parroco della Concattedrale don Gianfranco Travaglini, don Giuseppe Bianchi e don Luigi Ronzitti.
“Un cammino definito penitenziale – ha detto nell’omelia padre Bruno – ma che è invece un cammino di libertà”. Un periodo nel quale c’è una sorta di conversione, un cambiamento di rotta verso colui che ci aspetta. Un cammino che passa, come ha indicato l’arcivescovo, attraverso tre tappe di libertà: dalle cose, da noi stessi e di appartenenza a Dio.
Distacco dalle cose in modo da non dipenderne da esse, condividendo, invece, i benefici del possesso con chi più di noi ne ha più bisogno. “Libertà da tutto ciò che vorrebbe legarci al possesso di questo mondo e che ci fa dimenticare che il nostro vero tesoro è ciò che guadagniamo agli occhi di Dio con le opere di carità”. Dobbiamo affrancarci da noi stessi perché il nostro io vorrebbe possedere tutte le cose – ha spiegato mons. Forte – ed è questa l’eterna tentazione che inquina i rapporti umani, il desiderio di dominare tutto ed essere al di sopra degli atri. Una libertà necessaria da noi stessi e per rafforzare questo concetto l’arcivescovo ha citato uno dei suoi predecessori alla guida della diocesi, mons. Loris Capovilla che amava ripetere: “Mettere il nostro io sotto i nostri piedi”.
Cammino di purificazione in questa quaresima che ci aprirà alla libertà di Cristo “venuto sulla terra a renderci liberi dal peccato con il suo sacrificio”. Infine la libertà di aprirsi a Dio in maniera incondizionata: “L’incontro d’amore con il Dio a cui vogliamo ritornare con tutto il nostro cuore con l’unico signore della nostra vita”. Quaresima, quindi, che è tempo di libertà, tempo di grazia; a tal proposito il presule ha chiesto a Dio la grazia per se stesso e per tutta la comunità diocesana “di vivere questi giorni come tempo di grazia, con un cammino di libertà, con l’amicizia con Cristo, come tempo di preghiera di spoliazioni dalle cose, per aprirci alla libertà del risorto, vincitore della morte”.
Prima della benedizione conclusiva l’arcivescovo ha annunciato che il messaggio della Quaresima è dedicato in particolare ai giovani in vista anche del cammino di preparazione del Sinodo diocesano a loro riservato che si terrà in ottobre.
Pino Cavuoti
Servizio Video di Nicola Cinquina